Una recente indagine di Isnart (Istituto Nazionale di Ricerche turistiche), società che affianca il sistema camerale italiano per lo sviluppo dell’offerta turistica dei territori e delle destinazioni, ha messo in luce una volta di più come l’emergenza Covid abbia cambiato le vacanze degli italiani e incrementato la quota delle destinazioni, al 95% nazionali, che permettessero anche la pratica sportiva al’aria aperta.
Le restrizioni alla mobilità e il lungo stop all’attività fisica all’aria aperta durante il primo lockdown primaverile hanno reso la possibilità di “praticare sport” (32%) importante tanto quanto la presenza di bellezze naturali e la ricchezza patrimonio culturale all’interno della destinazione. Tre le attività maggiormente praticate, emergono il trekking (39%) e la bicicletta nelle sue varie forme (31%) che staccano di diversi punti percentuali attività tradizionalmente svolte nelle località di mare (immersioni, surf, vela). La scelta della destinazione e delle attività svolte denota un netto cambiamento nello stile delle vacanze degli italiani, che hanno riscoperto e rivitalizzato, sotto il profilo turistico, una parte rilevante delle cosiddette aree interne e marginali del paese (l’8% dei turisti si è recato in località collinari e rurali), la cui capacità di attrazione è legata al loro isolamento e integrità ambientale .
La conferma di questo orientamento verso una forma di turismo che comprende anche lo sport praticato viene anche dalle imprese ricettive: oltre il 15% delle imprese attive nel periodo estivo hanno dichiarato di essere legate al turismo sportivo (in particolare, oltre al Trentino ed al Friuli Venezia Giulia, emergono alcune aree montane del centro Italia come l’Abruzzo e il Molise). Inoltre, un’impresa su dieci ha dichiarato di essere collegata al segmento dei cicloturisti che rappresentano, in media, ormai il 17% della clientela complessiva (con un picco del 42% in Friuli e superiori al 20% in Lazio e Veneto).
La spesa complessiva stimata, per l’estate 2020, del solo comportato cicloturistico è di poco superiore ai 4 miliardi di euro e costituisce da sola il 18% dell’intera spesa turistica generata in Italia nello stesso periodo. Il cicloturista è anche un turista che spende circa il 10% circa in più del turista medio, soprattutto in viaggio, beni alimentari e articoli sportivi. Questa strana estate 2020 ha confermato le tendenze previste di un incremento flussi turistici con forte carattere di prossimità e chi pratica cicloturismo ha ha scelto per il 31% la propria regione di residenza come meta della propria vacanza.
Certamente, pensando ai quasi 60.000 chilometri di itinerari cicloturistici in Italia e alla presenza di un vasto potenziale ancora sfruttabile e migliorabile, l’impatto futuro del cicloturismo in Italia, anche da parte del turista straniero, potrebbe mediamente crescere di cinque volte tanto, e in almeno nove Regioni, anche di otto volte la spesa attuale.
(Fonte: Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio)
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