Educare il movimento: gioca a calcio a5
Offriamo alle amministrazioni comunali l’opportunità di far conoscere il calcio a5 a BAMBINI e BAMBINE in età scolare GRAUITAMENTE
Il calcio a cinque nasce in Uruguay nel 1933 da un’idea del professore Juan Carlos Ceriani Gravier. Il calcio a5 o futsal, è ideale all’interno delle scuole per la facilità di riutilizzo delle strutture esistenti e presenti sul territorio.
Una disciplina speciale, promossa a livello nazionale dalla FIGC grazie al progetto “Io Calcio a5” riconosciuto dall’ente sportivo scolastico MIUR attraverso la creazione di scuole tecnico-educative nelle società calcistiche di tutte le serie e in collaborazione con gli istituti scolastici per sfociare nella partecipazione dei giovani atleti, ai “Giochi sportivi studenteschi”. Come per tutti le discipline sportive di squadra ha come obiettivo, lo stare insieme, le affettività, le regole e il rispetto per l’altro. L’utilizzo del calcio a5, come strumento educativo, assume perciò il significato di aiutare gli alunni nella costruzione della sicurezza di sé e della propria autostima, diventando un ulteriore strumento che può arricchire la personalità degli stessi. Oltre ad offrire la possibilità di conoscere uno sport diverso da quelli proposti dal nostro contesto culturale, crediamo che il calcio a cinque possa modificare in positivo la personalità dei bambini e delle bambine che lo praticano, spingendo i più timidi a mitigare le proprie insicurezze e i più estroversi a indirizzare la propria iperattività a favore del gruppo. Il progetto è rivolto a tutti i bambini e bambine in età scolare.Non ci si pone come obiettivo primario di portare i giovani (femmine e maschi) alla pratica agonistica del calcio a5, perché riteniamo che sia utile per i giovani fare esperienze di diverso tipo, poterle confrontare, arricchire la propria “cassetta degli attrezzi” e scegliere la propria strada nello sport. Attraverso il gioco del calcio a cinque sarà l’occasione di avviare i giovani ad una disciplina sportiva e motoria. In particolare le finalità del progetto si suddividono in due sistemi diversi di educare: 1.EDUCARE IL MOVIMENTO che riguarda l’area morfologico-funzionale 2.EDUCARE ATTRAVERSO IL MOVIMENTO riguardante le aree affettive-cognitive- relazionali L’utilizzo del calcio a5 come strumento educativo, assume perciò il significato di AIUTARE i giovani nella costruzione della sicurezza di sé e della propria autostima, diventando un ulteriore strumento che possa arricchire la personalità degli stessi. L’obiettivo non è coltivare dei giovani calciatori ma migliorare l’attività motoria attraverso il gioco più semplice e spontaneo. Lo scopo che si vuole raggiungere deve essere sempre conosciuto, sì da motivare alla stessa attività ed in modo da abituare il a chiedersi il perché della riuscita o meno. Obiettivo dell’educatore sarà, quello di semplificare il gioco senza snaturarlo, con un processo di apprendimento che si sviluppa: - dal semplice al complesso; - dal generale al particolare; - dal conosciuto all’ignoto attraverso l’educazione motoria Il ruolo dell'educatore non è quello di istruire un giocatore, ma al contrario, è quello di permettergli di capire ciò che fà. Il giovane all’inizio inventa, poi capisce. Egli è capace di spiegare "a posteriori" il suo comportamento, la sua risposta motoria. Non esistono giovani che dal punto di vista motorio "non sappiano nulla"; ogni giovane, infatti, ha in sé delle azioni precostituite che sviluppa quando si confronta con le esigenze di una attività. E’ nostro compito dunque, proporre delle situazioni di gioco a cui il/la giovane darà una propria risposta e non quella che si vorrebbe; il/la giovane non è in grado di comprenderla dal momento che dovrà prima arrivare a confrontare ciò che conosce con le esigenze delle nuove situazioni proposte. Se comunque il/la giovane non dovesse trovare le giuste risposte, devono essere proposte altre varianti (più divertenti, più semplici, meno complesse della situazione). E’ quindi evidente che l'edicatore deve rendersi conto delle difficoltà dei giovani a questo livello e deve aiutarli a risolverle, per fare della pratica sportiva un’esperienza educativa capace di “far partecipare” tutti. Programma Nel corso delle nostre sedute ricreative e sportive, le forme dell’apprendimento che prediligiamo sono, per prove ed errori (e non per ripetizione continua degli stessi esercizi senza errori) ed anche per comprensione. Si arriva così ad una costruzione del saper fare (APPRENDIMENTO)